Consapevolezza e purificazione: In uscita il libro che raccoglierà il materiale raccolto nel meeting di febbraio in Vaticano
La Libreria Editrice Vaticana pubblicherà a breve gli Atti dell’incontro di febbraio in Vaticano “La protezione dei minori nella Chiesa”, ai quali verrà allegata una sintesi dei lavori di Gruppo a firma di padre Federico Lombardi SJ.
A seguito delle nuove leggi in materia di abusi introdotte in Vaticano da papa Francesco, la notizia di una pubblicazione solida sull’incontro dello scorso febbraio produce un’eco vigorosa e stimola riflessioni ulteriori.
Si tratta di un lavoro di fondamentale importanza poiché pone una pietra miliare nella storia della Chiesa di fronte al fenomeno degli abusi sui minori: è la Chiesa stessa a offrire il proprio contributo fornendo materiale e ispirando l’azione. Le varie Conferenze Episcopali sembra stiano iniziando a rispondere all’incoraggiamento del Papa e dello stesso meeting creando commissioni, uffici, comitati, segretariati, servizi e fornendo linee guida e protocolli per la protezione dei minori. A tale riguardo, è possibile trovare dei riferimenti sul sito ufficiale del PBC2019.
A questo punto, si potrebbero fornire alcuni spunti di riflessione. I temi delineati da padre Lombardi nella sintesi dei lavori di Gruppo esprimono prima di tutto l’impegno che la Chiesa si sta assumendo per un cambiamento e un rinnovamento che, si auspica, sarà strutturale; ispirati alla necessità di porre le vittime e le persone vulnerabili al primo posto, si potrebbe riflettere sulla rottura della cultura del silenzio e sulla formazione del clero. È importante agire perché il processo di creazione della “cultura del silenzio” sia in qualche modo invertito, come afferma padre Lombardi, affinché si sviluppi una “positiva cultura della denuncia, che permetta di agire efficacemente nella verità e nella giustizia”. Potrebbe essere utile concentrarsi sui processi e fare in modo che l’azione positiva della Chiesa-popolo di Dio nella lotta agli abusi sui minori permetta di costruire una “cultura della denuncia” affinché il rinnovamento diventi strutturale e non rimanga sulla carta. Un elemento utile da considerare è l’essere strutturale di una “cultura del silenzio” che, durante i secoli, ha contribuito a distorcere la visione dell’autorità della Chiesa sia nelle relazioni personali-umane-pastorali dei sacerdoti con i fedeli sia in termini istituzionali.
Tutto questo si lega inevitabilmente con la piaga del “clericalismo”, cioè una distorsione diffusa della concezione della Chiesa e del suo potere. Se manca la trasparenza o semplicemente si rifiuta la giustizia coprendo gli abusatori, non solo si contribuisce alla creazione della “cultura del silenzio”, ma si minaccia fortemente la credibilità della Chiesa provocando una sfiducia profonda da parte dei fedeli che non vedono più in essa il “popolo di Dio”, ma dei sacerdoti potenzialmente abusatori di minori.
Per questo la Chiesa è chiamata ad agire ispirandosi a quanto riflettuto e condiviso durante l’incontro di febbraio. È doveroso concentrarsi su diversi aspetti, tra i quali va sicuramente annoverata la formazione del clero. Essa non può essere solo intellettuale o accademica, ma deve possedere una base fortemente umana che garantisca il suo carattere permanente affinché sia i candidati al sacerdozio sia i sacerdoti possano raggiungere quella maturità umana e affettiva fondamentale per la costruzione di relazioni buone e positive con i fedeli. In più, una buona formazione umana permanente permette alla persona di comprendere pienamente il proprio ruolo all’interno della Chiesa nonché il ruolo stesso della Chiesa nel mondo, facendo in modo di prevenire distorsioni strutturali nella concezione del potere del sacerdote o dell’istituzione stessa.
La Chiesa è una realtà in cammino ed è invitata a cogliere tutte le “opportunità di purificazione e di crescita della comunità”, come quella che la crisi degli abusi sui minori rappresenta. Dunque, un rinnovamento e una crescita profondi del popolo di Dio sono necessari affinché il cambiamento strutturale possa portare a “mettere al centro l’attenzione positiva per i piccoli e i minori come dimensione essenziale della missione della Chiesa”.