LA RIDUZIONE DELLA PERSONA UMANA NELL’ABUSO SESSUALE
Nella filosofia personalista di Emmanuel Mounier, la persona è considerata un’unità multidimensionale in cui si fondono il corporeo e lo spirituale, l'individuale e il sociale, l'immanente e il trascendente, il passato e il futuro. La persona è ognuna di queste dimensioni, senza essere riducibile a nessuna di queste. L’uomo è un progetto di vita fin dal concepimento, il progetto “persona”. Ciascun essere umano fin dal concepimento ha in sé tutte le potenzialità e capacità di crescere e svilupparsi come un essere singolare, libero e creativo, capace di autodeterminarsi e raggiungere il proprio fine. Questa sua dignità costitutiva è il suo appello etico. Rispettare la dignità di una persona non significa trattarla secondo un solo aspetto particolare, ma come una unità psicofisica e spirituale assolutamente singolare, irripetibile e indissociabile: una uni-totalità.
Per quanto appena detto, nella dinamica dell’abuso sessuale l’abusato è ridotto ad oggetto di violenza. Il “progetto”, che dà significato alla vita umana concorrendo a rendere la persona libera, in quanto immersa nel disegno di Dio, è distrutto: in qualche modo, per responsabilità di altri, vengono meno alcune delle capacità e delle caratteristiche essenziali con cui la persona cresce, si sviluppa, si autodetermina e porta a compimento il suo progetto. In sostanza, nel momento in cui si subisce un abuso, è la dignità umana che retrocede o viene distrutta e con essa la libertà costitutiva della natura umana. L’abuso sessuale è un attacco alle dimensioni fondamentali dell’essere umano.
Angela Rinaldi
CCP Research Assistant