Testo Integrale - Dichiarazione di P. Hans Zollner, SJ all'Associazione della Stampa Estera in Italia
17 Aprile, 2023
Buon pomeriggio a tutte e tutti! Vorrei ringraziare l'Associazione della Stampa Estera per aver organizzato questo incontro e ringrazio tutti voi per il vostro interesse. Prima di lasciare spazio alle vostre domande, permettetemi di fare una breve dichiarazione.
Ad essere sincero, non è stato affatto facile per me lasciare la PCPM e affrontare apertamente i problemi esistenti.
Molte volte mi sono posto le seguenti domande: "Questo gesto corrisponde allo spirito di squadra e alla discrezione necessari in qualsiasi lavoro di gruppo?", "Nel compierlo assumo un atteggiamento che sia collegiale nella giusta misura?", "Con la mia decisione, faccio del male al Santo Padre che è molto interessato al lavoro della PCPM?".
Nella tensione interiore per trovare la giusta risposta a queste domande, mi ha aiutato molto orientarmi su ciò che il Santo Padre, seguendo Sant'Ignazio - il fondatore del nostro Ordine -, sottolinea spesso: il discernimento degli spiriti.
Una cosa è certa: prima di me, diversi membri hanno lasciato la PCPM, né sono mancate critiche recentemente espresse pubblicamente da membri passati, con toni peraltro piuttosto forti. Considero, quindi, le mie recenti osservazioni sul funzionamento della PCPM come parte di questa serie di questioni già precedentemente sollevate.
Queste osservazioni, da parte mia, non hanno uno scopo polemico o di recare danno alla Commissione, ma si propongono di sviluppare e di migliorare ulteriormente il lavoro e il funzionamento della PCPM, in sintonia con le preoccupazioni di persone che sono state ferite da abusi dentro la Chiesa, e in accordo con le preoccupazioni centrali del Santo Padre.
Negli ultimi giorni, oltre a un grande e commovente incoraggiamento da parte di numerose persone vittime di abuso, di colleghi accademici e di rappresentanti della Chiesa dal mondo intero, non sono mancati i consigli di chi, in buona fede, suggerisce che sarebbe meglio non dire più nulla in pubblico.
Per me questa non è una vera alternativa, perché significherebbe confondere il lavoro di squadra con la complicità, la discrezione con l'insabbiamento, la lealtà con il servilismo.
La questione della PCPM è molto complessa dal punto di vista politico ed emotivo, per ovvie ragioni.
Questa commissione ha un'enorme importanza nella lotta contro gli abusi e un valore intrinseco che non può essere sostituito da nulla.
Né dal DDF, che è il tribunale principale competente riguardo le accuse di abuso sui minori, né da istituzioni accademiche come il CCP/IADC dell'Università Gregoriana, che sto dirigendo dal 2012 e che si impegna in formazione, educazione e ricerca.
In questo contesto, non deve sorprendere che le discussioni al riguardo siano estremamente vivaci e impegnative.
Con rammarico percepisco che i miei contributi alla discussione sono interpretati da alcuni come attacchi personali. Non era e non è questa la mia intenzione. Se qualcuno si sente ferito da me, questo mi dispiace molto e vorrei scusarmi per questo qui e ora.
Tuttavia, questo non cambia la mia valutazione dei punti oggettivi. Se tale valutazione è considerata ingiustificata nel merito, allora vi prego di confutarla nel merito; se non può essere accettata e compresa, allora vi prego di respingerla in modo comprensibile.
A mio avviso, questi sono i principi di professionalità indispensabili per lavorare insieme.
Capirete quindi se mi astengo dal fare affermazioni e valutazioni sulle persone coinvolte nei processi in questione, sulle loro intenzioni e motivazioni.
In sostanza, come già affermato nella mia dichiarazione, i punti critici riguardano tre questioni fondamentali. Papa Francesco li aveva identificati come essenziali nella lotta contro gli abusi in occasione del Vertice sulla Protezione dei Minori del 2019: trasparenza, compliance e responsabilità/accountability.
A partire dal maggio 2022, in quattro occasioni ho espresso per iscritto alla leadership della Commissione preoccupazioni in merito a questioni menzionate nella mia dichiarazione. Non ho ricevuto alcuna risposta.
Ho poi presentato le mie dimissioni a Papa Francesco durante l'udienza, che avevo richiesto in data di 21 novembre, in cui mi ha ricevuto il 12 gennaio 2023. Il Santo Padre ha ascoltato le mie preoccupazioni, ha mostrato comprensione e ha accolto la mia richiesta di dimettermi dalla commissione. La lettera di conferma, a firma del Cardinale Parolin con data 14 marzo, mi è stata inviata dalla PCPM tramite email il 29 marzo.
Trasparenza, compliance e responsabilità sono di grande importanza.
La trasparenza è la base di una Chiesa sinodale che permetta la partecipazione di tanti. Solo chi è a conoscenza dei fatti, dei processi e delle persone coinvolte può contribuire effettivamente con le proprie competenze ed esperienze; può collaborare nel riconoscere tempestivamente gli sviluppi indesiderati e fare proposte che evitino parzialità.
La compliance è la base della giustizia, in quanto le regole si applicano a tutti allo stesso modo e non in modo arbitrario. Solo quando tutti riconoscono un insieme di regole comuni, si evita che i singoli agiscano in modo occulto per nascondere conflitti di interessi personali e istituzionali, ma non per il bene di tutti.
La responsabilità è la base del rispetto reciproco e fraterno, in modo che ognuno sia sempre richiamato ai doveri legati al ruolo che ricopre e sia trattato con il rispetto e la dignità dovuta.
Quando mancano trasparenza, compliance e responsabilità, si aprono le porte ad abusi e insabbiamenti. La PCPM si è proposta di combattere queste terribili realtà. Se vuole farlo in modo credibile, non può fare a meno di orientarsi a questi stessi principi: trasparenza, compliance e responsabilità.